
Dott.ssa Federica De Prisco
Psicologa Clinica ad orientamento psicanalitico junghiano
Iscrizione all’Albo degli Psicologi della Lombardia Sez. A – N°28661

Dipendenze
Ci sono momenti in cui qualcosa dentro di noi si spezza, si perde o si frammenta. Le dipendenze spesso nascono in questi territori interiori, come tentativi – inconsci e dolorosi – di ricolmare un vuoto, placare una sofferenza o fuggire da ciò che ci spaventa. Ma ogni crisi, se ascoltata e accompagnata, può trasformarsi in un’opportunità di rinascita.
Nel mio lavoro psicologico considero la persona nella sua interezza: corpo, psiche e relazioni. Il mio approccio integrato si nutre anche del pensiero di Carl Gustav Jung, per il quale ogni sintomo è un messaggero, un simbolo che porta con sé una verità nascosta, un’esigenza dell’anima.
La dipendenza può allora essere vista non solo come una patologia da curare, ma anche come un punto di partenza: il primo passo di un viaggio verso la propria autenticità.
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Psicologa delle Dipendenze a Varese​​
Le dipendenze non sono solo legate alla sostanza, ma anche – e soprattutto – ai significati profondi che la sostanza o il comportamento assumono per l’individuo.
Si distinguono comunemente due tipi di dipendenza:
Dipendenza fisica
Il corpo si abitua alla presenza della sostanza: si manifestano tolleranza e sintomi di astinenza, che rappresentano una “fame” fisica difficile da ignorare. Il corpo diventa prigioniero di ciò che inizialmente sembrava un rifugio.
Dipendenza psicologica
È il desiderio irrefrenabile – il craving – che spinge il soggetto verso l’oggetto di dipendenza. Ma questo desiderio, in chiave junghiana, può essere letto come la ricerca simbolica di un Sé perduto, un tentativo distorto di compensare un vuoto interiore o un conflitto non integrato.
Anche le dipendenze comportamentali, come il gioco d’azzardo o l’uso compulsivo dei social, funzionano secondo lo stesso principio: il comportamento diventa una via per calmare un tumulto interno, spesso legato a emozioni non elaborate, ferite narcisistiche o vissuti di solitudine profonda.
Una visione integrata
Le dipendenze toccano ogni aspetto dell’essere:
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Il corpo, che riceve sostanze e ne diventa schiavo;
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La psiche, che struttura rituali ossessivi e dipende da effetti transitori e illusori;
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La dimensione sociale, che si deteriora progressivamente, portando all’isolamento e alla perdita di legami significativi.
In un’ottica junghiana, la dipendenza è anche un tentativo fallito di autoguarigione: l’individuo cerca, senza saperlo, un’esperienza trasformativa che lo avvicini alla totalità del Sé. Il compito della terapia è quello di aiutare il paziente a scendere nelle profondità della propria psiche, riconoscere l’Ombra, dare voce alle emozioni rimosse e ritrovare una direzione vitale autentica.
Se vuoi posso:
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Personalizzare ulteriormente il tono in base alla tua sensibilità o esperienza clinica;
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Aggiungere una metafora junghiana visiva (es. il labirinto, il viaggio dell’eroe, l’alchimia);
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Preparare una sezione introduttiva o conclusiva che unisca professionalità e immaginazione.
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Il viaggio dell’eroe – Oltre la dipendenza
Ogni percorso di guarigione è un viaggio. Come l’eroe dei miti antichi, anche la persona che affronta una dipendenza è chiamata ad attraversare territori oscuri, sfidare demoni interiori e confrontarsi con le proprie fragilità. Questo viaggio può sembrare spaventoso, ma è profondamente trasformativo.
Nel mio lavoro accompagno le persone lungo questo cammino simbolico:
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L’incontro con l’Ombra: riconoscere le parti negate di sé, le emozioni rimosse, i bisogni mai ascoltati
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L’attraversamento del deserto: resistere alla tentazione del ritorno alle vecchie abitudini, tollerare il vuoto per creare nuovo significato
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La scoperta del tesoro interiore: risorse personali, desideri autentici, nuovi modi di stare al mondo
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Il ritorno: reintegrare ciò che è stato trasformato e ritrovare una nuova coerenza tra dentro e fuori
Questo processo non è lineare né facile, ma può condurre verso una vita più piena, consapevole e radicata.